Un’iniziativa nata nel mese di Luglio 2017 per gestire l’alloggio al secondo piano di Via De Gasperi n°1, di proprietà della Parrocchia grazie a una donazione.
Ha dato finora la possibilità ad alcuni giovani migranti con permesso di soggiorno e poche disponibilità economiche, per la capienza massima di quattro persone, di integrarsi nel nostro territorio o poter proseguire verso altre sistemazioni in Italia e all’estero.
Come sapete la vita in Casa Crotta è in continuo divenire.
Dopo che Michael si è trasferito in via Miniere dove ha potuto finalmente accogliere la sua famiglia,
la Casa accoglie Ibrahim, un ragazzo della Costa d’Avorio, al momento senza un lavoro fisso, che era
rimasto senza casa.
Come potrete apprendere dai dati delle entrate / uscite, quest’anno è stato impegnativo per le spese impreviste sostenute: rifacimento dei cornicioni del palazzo e manutenzione straordinaria alla lavanderia per vetustà delle tubazioni che hanno creato problemi di infiltrazioni all’inquilina del piano di sotto.
Grazie alla generosità di alcuni parrocchiani queste spese sono state sostenute senza andare in “rosso” e consentendo alla parrocchia di mantenere un bilancio positivo.
Casa Rifugio M.A. Crotta, di proprietà della Parrocchia, nata nel mese di Luglio 2017, ha dato finora la possibilità ad alcuni giovani migranti con permesso di soggiorno e poche disponibilità economiche, che si sono alternati, per la capienza massima di quattro persone, di trovare altre sistemazioni in Italia e all’estero o di integrarsi nel nostro territorio.
Attualmente la casa è abitata da tre giovani, provenienti rispettivamente da: Costa D’Avorio, Rep. Centroafricana, Mali. Questi giovani lavorano con contratti temporanei rinnovabili presso aziende operative nella zona di Ivrea. In osservanza delle norme previste dai DPCM per il contenimento del COVID 19, fino a nuove disposizioni, anche queste aziende hanno ridotto o cessato l’attività, di conseguenza Bamba Ibrahim, Houlandji Rock Michael, Traore Diawoye, come tantissime altre persone stanno vivendo questo periodo in isolamento.
Ciò premesso, per venire incontro alle difficoltà economiche dei tre ospiti di Casa Crotta, dovute a riduzione di entrate si è deciso, fino a superamento dell’emergenza, di sospendere il pagamento del contributo per l’affitto che le persone interessate versano regolarmente tutti i mesi e di dare un aiuto economico per la spesa alimentare.
Casa Crotta dispone di un piccolo fondo di accantonamento necessario alla sopravvivenza del progetto, creatosi a suo tempo, con le offerte libere da parte di diverse persone.
In questa circostanza straordinaria il “salvadanaio” avrebbe bisogno di essere incrementato.Chi legge questo appello e volesse destinare un contributo, potrà farlo:
Grazie a tutti quanti vorranno collaborare
Nel 2016 la parrocchia è venuta in possesso di un alloggio in condominio per lascito ereditario della Signora Maria Antonietta Crotta.
Per rispondere alle richieste di aiuto, sempre più pressanti, il parroco e il consiglio pastorale, costituito dai rappresentanti di gruppi e commissioni operativi in parrocchia, hanno ritenuto che questo alloggio possa costituire un "RIFUGIO" per singoli o nuclei familiari, che hanno necessità di superare situazioni di grave difficoltà.
La "COMMISSIONE NUOVI STILI DI VITA", costituitasi ad hoc, si pone l'obiettivo di affiancare la parrocchia nella gestione della Casa Rifugio e propone a singoli e famiglie di creare un fondo permanente a sostegno delle spese di manutenzione ordinarie e straordinarie, oneri condominiali, consumi di acqua, gas, luce, assicurazione, tasse ed eventuali altre spese.
Per contribuire alla creazione ed alla continuità di questo fondo è possibile versare un contributo libero sul conto corrente della parrocchia:
IBAN IT47P0503430541000000006009
oppure lasciare la propria offerta, in busta chiusa, all'attenzione del parroco, indicando in entrambi i casi la causale: “Casa Rifugio M.A. Crotta – contributo gestione anno 2017”.
Attualmente è stata individuata una grande emergenza per i migranti ospitati all'Hotel Eden (confinante con la Parrocchia) che hanno concluso il progetto di prima accoglienza previsto dalla Prefettura e ora si trovano senza casa e senza lavoro pur avendo ottenuto il permesso di soggiorno. Dal mese di luglio 2017, pertanto, la casa ospita quattro giovani richiedenti asilo che hanno il permesso di soggiorno e, sostenuti dall'Associazione “L'Albero della Speranza”, hanno iniziato un tirocinio di tre o sei mesi presso aziende locali.